ADHD iperattivo, che vuol dire?

L’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) è un disturbo del neurosviluppo che si manifesta in età infantile, ma può persistere anche in età adulta. Quando si parla di ADHD, spesso si fa riferimento alle sue tre principali tipologie: il tipo prevalentemente disattento, il tipo combinato e il tipo prevalentemente iperattivo-impulsivo. In questo articolo ci concentreremo proprio sull’ADHD di tipo iperattivo, evidenziandone le caratteristiche, le specifiche cliniche e le implicazioni nella vita quotidiana.


Caratteristiche principali dell’ADHD iperattivo


Il tipo iperattivo-impulsivo si distingue soprattutto per la presenza di comportamenti caratterizzati da irrequietezza motoria, difficoltà a rimanere fermi e tendenza ad agire senza riflettere troppo sulle conseguenze. Alcuni dei sintomi più comuni includono:


  1. Agitazione continua: il bambino o l’adulto tende a muoversi in modo incessante, tamburellando con mani e piedi, alzandosi di frequente e non riuscendo a stare seduto a lungo.
  2. Impulsività marcata: difficoltà ad aspettare il proprio turno, rispondere senza essere interpellati, interrompere conversazioni o attività altrui.
  3. Necessità costante di attività: la persona con ADHD iperattivo sembra “spinta da un motore interno”, cercando continuamente nuovi stimoli e faticando a mantenere la calma.
  4. Difficoltà nella regolazione comportamentale: spesso l’iperattività si accompagna a frustrazione, scarsa tolleranza all’attesa e comportamenti percepiti come inappropriati in contesti sociali o scolastici.


Criteri diagnostici e valutazione


Per diagnosticare l’ADHD di tipo iperattivo, i professionisti della salute mentale si basano sulle linee guida internazionali, come quelle presenti nel DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali). La diagnosi richiede che i sintomi:


  • Siano presenti da almeno sei mesi.
  • Si manifestino in contesti diversi, come casa e scuola o lavoro.
  • Creino un impatto significativo sul funzionamento sociale, scolastico o lavorativo.
  • Non siano meglio spiegati da altri disturbi o condizioni mediche.


Nei bambini, i sintomi devono emergere prima dei 12 anni, mentre negli adulti spesso si osservano comportamenti di irrequietezza interna, difficoltà a gestire la propria energia e impulsività nelle decisioni.


Impatti sulla vita quotidiana


L’ADHD iperattivo può influenzare diversi ambiti della vita. A scuola, i bambini possono ricevere richiami frequenti per l’incapacità di rimanere seduti, interrompere i compagni o non seguire le regole della classe. Nelle relazioni sociali, l’impulsività può generare conflitti o difficoltà a mantenere amicizie durature.


In età adulta, l’iperattività può tradursi in irrequietezza psicologica, difficoltà a completare compiti monotoni e problemi nella gestione del tempo. Senza un adeguato supporto, queste caratteristiche possono influire anche sul lavoro e sulla vita familiare.


Strategie di gestione


La gestione dell’ADHD iperattivo richiede un approccio multimodale. Tra le strategie più efficaci si trovano:


  • Interventi psicoeducativi per comprendere il disturbo e le sue dinamiche.
  • Terapie comportamentali volte a ridurre l’impulsività e migliorare l’autocontrollo.
  • Supporto scolastico e familiare, con modifiche ambientali per favorire la concentrazione.
  • Trattamento farmacologico, nei casi in cui sia indicato, sotto supervisione specialistica.


In conclusione, l’ADHD di tipo iperattivo non riguarda solo l’eccesso di energia, ma un insieme complesso di comportamenti che impattano la vita quotidiana. Riconoscere le sue specifiche e intervenire in modo mirato permette di migliorare il benessere della persona e favorire una migliore integrazione sociale e scolastica.

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